Abbiamo iniziato il 10 ottobre a San Vincenzo, insieme a Edith e Alberto, a mano e anche con i cestini perche quest'anno c'erano poche olive dopo la potatura della primavera. Abbiamo lavorato con grande tranquillità e pazienza e con un caldo davvero estivo. Le olive erano piccole, più piccole del solito per la grande siccità. Noi abbiamo potuto irrigare per portare un po' di sollievo alle piante e in effetti la resa non era affatto male neanche nei primi giorni della raccolta. 
Possiamo senz-altro dire che ci mettiamo tanta attenzione per una raccolta più possibile non invasiva ma tante volte vi abbiamo raccontato quanto è importante il frantoio nella produzione di un buon olio. Non abbiamo potuto realizzare il nostro progetto di dotarci insieme ad un collega di un frantoio aziendale. Quindi ci siamo messi a cercare una alternativa valida. Abbiamo imparato che il frantoio a 2 fasi produce un olio migliore. Ne avevamo sperimentato uno a Santa Margherita, un paese vicino. Tuttavia se come noi si va ogni sera al frantoio per molire entro poco tempo le olive contano anche le distanze nonchè l'organizzazione del frantoio. Quanto ore bisogna aggiungere alla giornata già lunga della raccolta?  E così abbiamo voluto provare il nuovo frantoio qui a Menfi - il frantOlio Casale Abate. 
Ci siamo trovati bene e quindi abbiamo deciso di lavorare con loro. Non siamo rimasti delusi, anzi, grande professionalità e una atmosfera accogliente. L'olio ci sembra pulito e ottimo. La raccolta è continuata cobn nuove forze a Agareni dove invece gli alberi erano piano....
Un grande grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato e un grandissimo grazie ai nostri ulivi che nonostante il clima davvero impazzito resistono e producono.

Dopo il mese di maggio e giugno soprendentemente piovosi e freschi è arrivato il caldo pesante che da allora non ci ha più lasciati.

All'inizio di luglio è venuta a trovarci la nostra grande amica Sonia Sorci che come ogni volta ci ha portato nuove energie e idee per percorsi e progetti da realizzare insieme! Che forza! Che bel lavorare con Sonia!
"Io non so se questa idea giungerà a maturazione, ma l'ho coltivata da tempo, e l'ho ben studiata con Saverio e Renate in quei ritagli di tempo e spazio che ci concediamo come un dono reciproco; io lo chiamo il nostro semenzaio...." così scrive Sonia e già questo è un dono bellissimo. "Ho proposto a Renate e Saverio di ragionare insieme su questa suggestione: ogni mattina voi due uscite, andate alle terre, scendete nel campo e raccogliete dati. Informazioni generate da ciascuna delle vostre piante. Gli alberi di olivo sono generatori hardware di dati, di saperi. Vi propongo un sistema di raccolta e visualizzazione di questi contenuti informativi che sia accessibile a tutti, creativo, un'opera d'arte. Miraggi - Dati di Fatto nasce così. Un miraggio non è illusione, ma ammirazione. Osservare è sempre il primo passo di accesso alla conoscenza. Gli alberi sono il modello di cui abbiamo bisogno per il nostro futuro. Le informazioni che ci forniscono sono gli unici elementi certi su cui affacciare ipotesi per la sopravvivenza del pianeta. Non dovremmo forse farne una raccolta, utile ed essenziale?..."
OSSERVARE  - GLI ALBERI - PER CONOSCERE MEGLIO, RACCOGLIERE I DATI DELL'OSSERVAZIONE PER POI POTER CONDIVIDERE CON ALTRI! 
Non c'è alcun dubbio, noi qui viviamo con e anche grazie agli alberi e i loro frutti (le olive!!!) e gli ammiriamo tutti i giorni nella loro straordinaria capacità di vita, di resilienza, di adattamento ma anche di singolarità e di diversità e di costanza nella produttività. Noi qui viviamo con piu di 500 ulivi e molti altri alberi da frutta oppure no, loro sono gli esseri viventi che incontriamo più frequentemente e quindi piano piano gli conosciamo, nella loro singolarità e nel cambiamento quotidiano. Ci preoccupiamo dei venti, della mancanza di pioggia o della troppa acqua, della fertilità del suolo da cui traggono nutrimento. Per me è stato come andare a vivere in un paese straniero (che io ho fatto!), attorno a te c'è un continuo mormorio, suoni, gesti, occhiate, soltanto piano, piano e concentrandoti sull'osservazione cominci a capire qualcosa. Poi c'è la fase in cui ti sembra di capire finalmente ma tante volte capisci fischi per fiaschi. E cosi è con gli alberi che sono in netta maggioranza e non capisci il loro linguaggio: cosa vogliono, acqua, concime, la terra mossa o preferiscono non essere disturbati...ci penso già da tanti anni...
Sono stata subito entusiasta della proposta di Sonia e ho pensato ad un altra proposta che un po' di anni fa mi ha fatto la mia grande amica Luisa Castelli - ci vuole un diario, ogni giorno una annotazione e poi con le osservazioni la costruzione graduale di una mappa ragionata, condivisibile. Ogni momento che avevo libero ho pensato come fare e ho iniziato ma poi è venuto il gran caldo , per noi e per gli alberi. Sapete cosa fanno gli alberi con un eccesso di caldo? Si fermano, bloccano tutto e così sono stata costretta a fare io. Le energie mi bastavano al massimo per fare i lavori indispensabili, per cucinare, bere e nutrirci. Non si poteva stare, ne dentro, ne fuori, neanche di notte! E allora viene da pensare, come fanno gli alberi, hanno bisogno di acqua e di sostanze e allora vai al Consorzio e chiedi l'acqua per l'irrigazione e ti dicono che i tubi sono guasti...e poi arrivano i venti impetuosi e ti chiedi come fanno a resistere?
Il disegno di Olivia Coli ci racconta tanto; in generale se osserviamo i tronchi degli alberi  vediamo quanto volte è stato necessario un adattamento, certo non capiamo perchè ma possiamo immaginare diversi fattori esterni che hanno convinto l'albero a girarsi....
Ho fatto poco per il nostro progetto e ora sono re_iniziati i lavori per mettere apposto la nostra casa e ho poco tempo, arrivano ospiti, molti ospiti e poi ci sarà già la raccolta. Il tempo qui in campagna corre, si arriva alla fine della giornata stanchi morti e non si ha fatto nulla o quasi :-) Stiamo aggiustando la vecchia casa che abbiamo comprato in un lavoro davvero artigianale che sembra non finisca mai. Ma quanta soddisfazione ricreare i vecchi pavimenti che abbiamo recuperato in una officina dove erano abbandonati...
Menfi nel 2023 è Città Italiana del Vino  una cosa meritata direi perchè qui innanzitutto c'è la cooperativa Settesoli che nel 1958 venne fondata con il nome di Cantina Progresso bell'ambito del movimento di Danilo Dolci "
"...ll Centro studi e iniziative, fondato nel ’58, ha posto le sue ragioni d’essere e di lavorare partendo da una concreta situazione economica-sociale – quella della Sicilia occidentale – e dalle esigenze che tale realtà dimostrava. In un lungo periodo iniziale – dal ’52 al ’56 –  Danilo Dolci e un piccolo gruppo di volontari collaboratori  si inserirono nel vivo della più tragica realtà siciliana, condividendo la vita quotidiana della parte più misera della popolazione locale. Questa esperienza diede frutti di sostanziale importanza su due diversi piani:  da un lato, attraverso episodi che alcuni forse ricordano, richiamò l’attenzione dell’opinione pubblica italiana e mondiale su una cruda realtà da molti ignorata o mal conosciuta (il digiuno di Trappeto,  lo “sciopero alla rovescia” sulla trazzera di Partinico, l’arresto di Danilo e dei sindacalisti,  il relativo processo, ecc.);  d’altro canto,  permise a Danilo e al piccolo nucleo dei suoi amici e collaboratori di iniziare uno studio approfondito dell’ambiente che li circondava, cominciando ad individuare le componenti dei fenomeni economico-sociale di quelle zone e ad indagare con rigore sulle interferenze ed interdipendenze di manifestazioni e situazioni caratteristiche della Sicilia occidentale: arretratezza economica, disoccupazione e sottoccupazione, basso livello tecnico – culturale,  difficoltà  alla  vita  associativa,  mafia. Individuati i punti chiave per un lavoro pilota in tre zone omogenee – il Golfo di Castellammare, una zona collinosa all’interno e un tratto della costa sud occidentale – nel corso del ’58 si aprirono rispettivamente a Partinico, Corleone, Roccamena e Menfi i Centri studi e Iniziative nei quali hanno lavorato tecnici agrari,  assistenti sociali,  educatori e giovani volontari in grado di svolgere un preciso lavoro nell’ambito dell’organizzazione,  senza sostituirsi alle responsabilità degli Enti locali. La zona di incidenza del lavoro interessa tre grandi vallate:  dello Jato,  del Belice e del Carboi.  Su tre fiumi, la possibilità di utilizzare più di 180 milioni di metri cubi d’acqua rappresenta la soluzione fondamentale per l’avvio sicuro di un sano sviluppo socio – eco- nomico della zona.  In tal senso s’è mossa l’iniziativa del Centro studi,  per cui in questi anni si è potuto avviare: - la completa valorizzazione delle acque del fiume Carboj,  il cui serbatoio capace  di 36 milioni di metri cubi di acqua, era già costruito ma pressoché completamente inutilizzato nel 1958; - la costruzione della diga sullo Jato a Partinico, con un invaso capace di 72 milioni di metri cubi di acqua, che ha permesso l’inizio dell’irrigazione di parte dei circa  9.000 ettari irrigabili,  nell’estate del 1971; - i lavori di sondaggio, progettazione e costruzione della diga sul Belice, nella zona di Roccamena, per raccogliere oltre 70 milioni di metri cubi di acqua. Sul piano del lavoro di formazione di nuovi gruppi democratici sostitutivi dei vecchi gruppi clientelari – mafiosi,  si sono costituiti: - la Cooperativa cantina  “Il Progresso” di Menfi con 450 soci, la Cooperativa di abitazione a Menfi, dopo il terremoto, con 20 soci; la Cooperativa  edile  “La Fontana” a Partinico, con 31 soci; la Cooperativa cantina sociale  “Conca d’Oro” a Partinico con 60 soci; la Cooperativa  intercomunale coltivatori ortofrutticoli,  a Partinico,  con 220 soci; la Cooperativa  “Consorzio irriguo Jato”  a Partinico, con 800 soci...." (da Centro di Sviluppo Creatico Danilo Dolci)

Tante iniziative, novità nella nostra Valle del Belice, giovani sindaci che si danno da fare, si fa rete tra i piccoli comuni, i prodotti della terra diventano importanti. Ovviamenye non c'è soltanto la cooperativa mi c'è anche Planeta e ci sono altri produttori privati. Approfondite qui se siete interessati, Fondazione Inycon Purtroppo le vigne nel 2023 sono state danneggiate dalla Peronospora (Plasmopara Viticola), una malattia fungina molto potente che si manesta spesso sui vigneti del nord. Qui da noi è molto più rara; la colpa è sempre delle piogge troppo abbondanti tra maggio e giugno. La Peronospora colpisce gli organi verdi quali foglie e grappoli causando il rinsecchimento e la distruzione. La resa dei vigneti quest'anno sarà molto inferiore. Anche la nostra piccola vigna è stata colpita e quinsti niente vino nel 2023.

E' stata una estate molto calda e pesante, difficile da sopportare ma siamo stati bene, abbiamo avuto ospiti e siamo andati a trovare amici a Modica che fanno il Cioccolato vero! Andateli a trovare sono stupendi e conoscono Modica molto bene: LAeQUA . E poi siamo stati una sera alla Fondazione Orestiadi, un altra frande, grandissima storia di queste terre...Ogni anno c'è un festival davvero grandioso! Siamo andati a vedere Il Derviscio di Bukhara . Bellissimo!. Bene, le pesche di Bivona ci sono e sono squisite...e poi ci sono i problemi di sempre, gli incendi, finalmente non si parla più di autocombustione ma tanto resta da fare e non unicamente per punire gli incendiari ma anche per convincere i contadini del fatto che il fuoco non fertilizza affetto le terre. Ci sono le persone provenienti dall'altra parte del nostro Stretto di Sicilia muoiono nel mare perchè non vengono salvate e poi c'è il PONTE che qui pochi vogliono ma al nostro governo pare che serva! Il comitato No Ponte di Messina è molyo attivo nel difendere lo stretto da queste invasioni barbariche...

....un ciclone mediterraneo si sta per formare poco al largo della Tunisia... lunedì arriverò sulla Sicilia Occidentale, intorno al suo centro si intensificheranno venti tempestosi e intense piogge...e la Protezione civile emana ALARME ROSSO...E noi guardiamo il cielo e i fragili fiori delle gli ulivi con grande preoccupazione....

La nostra piccola Azienda si trova nella Zona D, come spiegato nel racconto precedente, poco lontano dalla Tunisia....E' il 15 maggio, gli ulivi sono in fioritura, un momento molto delicato, le piogge faranno danni? Quanti? Quali?
 Quando ancora mio suocero - Vito Ciaccio - era in vita e venivamo a trovarlo gli chiedevo anche più avanti nell'anno se si aspettava molte olive. Lui non si pronunciava mai, si vedrà quando sarà il momento usava dire. Mi faceva preoccupare perchè mi ero assunto il compito della vendita e mi serviva poter prevedere quante persone avrei dovuto coinvolgere. A quel tempo facevo molta formazione imprenditoriale, insegnavo alle cooperative sociali a programmare le loro attività, a fare il budget economico e delle risorse umane.

Le discussioni sul "rischio d'impresa" erano all'ordine del giorno. Nello sforzo di scrivere il budget utilizzando schemi e discussioni, mi si faceva notare che era impossibile prevedere cosa sarebbe successo. Io contestavo gli scettici, spiegavo che l'esercizio del fare il budget non eliminava i rischi poteva però aiutare a limitare i danni. Lavorare sul budget permetteva di prevedere, simulare diverse situazioni anche sulla base di dati raccolti negli anni precedenti, sulla base dell'esperienza documentata: i rischi diventavano più prevedibili in sostanza e si potevano sviluppare alternative da utilizzare in caso di previsioni sbagliate. Lavoravo con le cooperative sociali. Molti colleghi imprenditori e/o consulenti aziendali, economisti, mi avvertivano che le cooperative nonchè l'inclusione di persone cosiddette svantaggiate aumentavano i rischi d'impresa, per troppa democrazia e poca cultura del lavoro. Non è mai stato facile rispettare lo spirito della cooperazione e dare opportunità a persone che non voleva nessuno ma piano, piano con la disciplina di una articolata programmazione organizzativa ed economica sulla base delle esperienze acquisite e condivisa tra tutti, la preparazione annuale di un budget messo a punto insieme che serviva per verificare passo passo cosa succedeva....insomma siamo riusciti a fare grandi cose!
Soltanto qui e nel mio nuovo mestiere mi sono resa conto che l'imprenditore agricolo, il contadino, corre un rischio d'impresa molto più elevato, per diverse ragioni di cui un po' alla volta vi ho parlato e parlerò su questo blog.. L'elemento principale è che la natura, gli alberi, le piante sono vivi, un sistema complesso, interconnesso tra piante, suolo, atmosfera e i frutti di un ciclo in cui ogni elemento gioca un ruolo ben preciso, anche noi umani che rischiamo di fare danni invece di armonizzarci con tutto questo.
Certo, anche nel caso dell'imprenditore agricolo è utile programmare l'attività in base alle piante, le loro esigenze, i tempi di lavoro nonchè i rapporti con i clienti, e tra i costi necessari e ricavi possibili. Tuttavia mentre in un ristorante con 40 coperti seppur con difficoltà riusciamo a programmare un menu, le materie prime necessarie, l'attività di promozione e vendita e cosa fare eventualmente con i residui, con impegno, buoni contratti di lavoro, un po' di investimenti riusciamo con una adeguata formazione di cuochi, aiuto cuochi, camerieri etc a migliorare i risultati. Comprenderete invece che formare gli ulivi affinchè facciano un numero certo di olive e di una qualità soddisfacente è cosa ancora più delicata e complessa. 
Molto si può fare per rendere gli ulivi più forti e resistenti, più capaci di difendersi da eventuali agenti di minaccia, più contenti e quindi più produttivi. Devono potersi nutrire - come noi - con sostanze sane e naturali. Fondamentale è poi l'osservazione, giorno dopo giorno per capire quando aiutare. Anche quando lavoravo nelle cooperative sociali l'osservazione del benessere delle risorse (umane e materiali) era fondamentale per riuscire ad adattare l'organizzazione alle loro particolarità. E' così è con gli alberi, con la differenze che - almeno io - li conoscevo meno, molto meno. Piano piano ci si conosce e ci si spaventa meno. Ho imparato che il vento è fondamentale per la fertilizzazione, mi spaventava....
E' bellissimo osservare il graduale sviluppo dei fiori e dei frutti, un processo affascinante. Anche qui, per capire se siamo in ritardo o in anticipo sono utili le foto e le annotazioni dell'anno precedente che mi sforzo di fare, cerco di costruire anche qui un budget ma vi confesso che è davvero difficile. Le sorprese sono di più, molto di più delle certezze! Oggi è il 17 maggio, non piove più, il cielo si è fatto blu ma c'è un vento freddo, sembra marzo! Gli alberi erano pronti, seppur in ritardo, quando è arrivato il ciclone, molti rami si sono spezzati e il terreno è pieno di piccoli petali...Ci siamo guardato, Saverio ed io, e ci siamo detti che non possiamo contare sulle olive quest'anno, se ci saranno, sarà bellissimo ma....L'imprenditore agricolo, il contadino, da sempre deve convivere con i rischi "naturali" ed è cosa davvero difficile! L'anno scorso nel paese qui vicino il giorno prima della raccolta una grandinata ha distrutto tutte le olive....vi immaginate? Che si fa? 
Si ricomincia, ma si impara anche da molte cose, il fuoco, la troppa acqua, manutenzioni continue riescono a ridurre i rischi. Certo, il lavoro aumenta e anche le preoccupazioni: il cambiamento climatico per noi contadini è un fattore di rischio davvero molto grosso, troppo grande, temo. Se a questo si aggiunge il fatto che l'industria, la fame di quantità, sicurezza e di rassicurazioni accrescono i rischi che si vantano di ridurre  - parlo di veleni, farmaci, macchine potenti, semplificazioni come ad esempio gli ulivi per le coltivazioni intensive che possono essere raccolte con le macchine -  penso che non riusciremo a collaborare con la natura, le sue risorse, i tempi e la pazienza necessari. E mi ricordo che anche nella cooperazione sociale molti hanno voluto correre troppo per dimostrare a chi correva di meno che la dimensione grande ci avrebbe protetto dai rischi d'impresa. Spesso non fu affatto così. Oggi 17 maggio sono contenta del nostro lavoro, della qualità che abbiamo raggiunto con l'olio e delle tante persone che lo aspettano. Ma oggi 17 maggio - fortunata perchè il ciclone qui è stato bene terribile che in tante altre parti -  posso dirvi che faremo di tutto usando l'esperienza ormai accumulata e registrata ma non sappiamo se gli alberi riusciranno a produrre quello che vorremmo. Ma ci sono mesi di lavoro davanti a noi!

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