Primavera 2020 con nell'area non soltanto il virus

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Gli ulivi in fiore o meglio i fiori degli ulivi nel mese di aprile
Ho promesso alla mia amica Luisa che avrei fatto un diario, avrei scritto ogni giorno quello che qui facciamo, pensiamo, incontriamo. Non trovo il tempo, non ho la disciplina ma di tanto in tanto aggiorno questo piccolo diario.
Dopo il viaggio a Pantelleria abbiamo iniziare a discutere, ovviamente insieme a Leonardo Cannata, su come volevamo continuare a migliorare la nostra piccola azienda Olio Ciaccio. Tanti dubbi, insomma è sempre difficile intraprendere cose nuove, investire perchè in sostanza bisogna lavorare con la testa, con i numeri sul futuro, un futuro che ora, dopo l'incontro con il CORONA VIRUS può cambiare di colpo tutti i progetti, grandi o piccoli. Ho imparato da imprenditrice sociale che per progettare un futuro, per mettere in moto cambiamenti bisogna saper leggere il passato, le cose fatte, la realtà, bisogna saper riconoscere le risorse anche le più nascoste, tutti questi elementi aiuteranno a fare delle scelte che tengono conto anche dei rischi.
Ma fare l'imprenditore in Agricoltura, coltivare non soltanto per te stesso ma vendendo quello che hai prodotto e eventualmente trasformato è davvero difficile, secondo me. Le piante sono degli essere viventi  - anche i lavoratori mi direte - che parlano sì ma con una lingua diversa dalla nostra. Bisogna imparare a conoscerli, ascoltare, osservare. E poi c'è la terra, ancora più misteriosa e poi la natura tutta, i venti, la luce, l'acqua. Come posso tenere in considerazione nel piano che faccio tanti elementi che non conosco bene e non fanno quello che decido io? Saranno le piante e il loro ciclo ad aiutarmi, ribadisce Leonardo, e se sostieni le piante nel loro naturale modo di rapportarsi agli altri elementi di cui si nutriscono, se li rafforzi nelle loro capacità vedrai che anche tu e la tua capacità di interloquire con le piante e poi con chi consuma il prodotto...tutto diventerà parte dell'insieme e del progetto.
I fiori sono sfioriti (siamo a maggio) e ora si incomincia a vedere le olive che ora devo riuscire a non cascare
Leonardo Cannata per noi è una fonte continua di apprendimento. E così infine abbiamo preso la decisione, togliamo la vigna e mettiamo altri ulivi. Non siamo produttori di vino, non ci capiamo molto, non abbiamo gli attrezzi e conferiamo le uve alla cantina Settesoli che ci paga ma non sappiamo niente dell'uva che abbiamo prodotto. Mettere altri ulivi significa comunque un bel investimento: togliere la vigna costa, poi occorre comprare le piantine e poi prima che producono bisogna aspettare, lavorarle. Non è una decisione facile.
Ma quando Leonardo ci ha chiesto se volevamo comprare le piantine dal vivaio senza sapere con precisione cosa sono e da quali alberi provengono o se volevamo riprodurre le migliori piante nostre ci siamo entusiasmati. I nostri ulivi come vi abbiamo raccontato più volte sono principalmente 3 tipologie, la biancolilla, la cerasuola e la nocellara del belice a cui si aggiungono la giaraffa, la pidicuddara. Alcuni alberi sono molto antichi, conoscono la terra, il clima, hanno vissuto cose buone e cose cattive. Riprodurre le piante significa salvaguardare questa esperienza, questo DNA e trasmetterlo. Lo si fa con le 'marze' , così si chiamano i rami che ai primi di marzo si tolgono agli ulivi prescelti e si innestano.
Leonardo Canna e Saverio raccolgono le marze
Prima di decidere quali rami prendere abbiamo dovuto ragionare su una serie di altri elementi. Pianteremo 140 nuovi alberi. Ma in futuro che olio vogliamo produrre, vogliamo diversificare, fare un po' di olio monovarietale, o anche se manteniamo la miscela tipica di qui con quale miscela e predominanza? La biancolilla produce un olio leggero, mentre l'olio della cerasuola è più intenso, amaro...Decisioni da prendere prima di raccogliere le marze e pensando a chi gusta il nostro olio. Infine la lista è stata fatta e con le marze raccolte siamo partiti per Rodì Milici in Provincia di Messina.  
Ecco la lista che dopo molte ore di discussione ci ha guidato nella raccolta delle marze
Si dice che tutte le piante vengono da quella zona e in effetti sulla strada per Milazzo c'è un vivaio dopo l'altro. In un viaggio precedente con Leonardo avevamo individuato chi e con quale metodo avrebbe fatto gli innesti con le nostre marze. Abbiamo contrattato, ci siamo conosciuti, ci siamo fidati. Ora era giunto il momento di mettere in pratica l'operazione innesto. Siamo arrivati verso le 10.30 dopo un viaggio di 3 ore e mezzo passando per Palermo, lungo la costa settentrionale sotto le Madonie e le Nebrodi. Una strada e una giornata stupenda, si vedevano tutte le Eolie. A Rodì Milici ci stavano aspettando e lavorando. E' stato molto interessante vedere da vicino il lavoro. Un lavoro difficile che richiede una grande precisione e familiarità con la pianta. Abbiamo consegnate le marze e siamo ripartiti.
Qualche giorno dopo il viaggio per noi come per tutti gli italiani è iniziato quello che chiamano il lockdown. Per noi qui nella nostra casa in aperta campagna con gli uliveti attorno di fatto non è cambiato moltissimo, potevamo lavorare, siamo imprenditori agricoli. Da marzo a maggio (oggi è il 9 di maggio) c'è molto lavoro. Dovevamo ancora potare gli ulivi e tante altre cose. Ma perfino qui si sentiva il silenzio, un atmosfera un po' irreale, certamente non invidiavamo (più) chi stava in città. Gli uccelli si sentivano di più, i rumori del silenzio della campagna sono tantissimi. 
Abbiamo pensato e stiamo ancora pensando molto a come tutti noi dovremmo usare questa esperienza per cambiare, per capire che questo sistema di sviluppo non può funzionare e che dobbiamo agire diversamente, rivedere tante cose che davamo per scontato. In questi giorni di silenzio e di primavera ho guardato ogni giorno come le piante si sviluppano, cambiano, in quale rapporto strettissimo sono con la terra, i venti, il sole. Ho osservato le api nel loro lavoro di impollinazione degli agrumi, tutti i giorni instancabili e piano, piano si è formato il frutto. Non mi sono mai annoiato un minuto.
E' stato un grande piacere osservare e ho apprezzato tantissimo la nostra decisione di trasferirci qui. Credo di aver imparato moltissimo. Leonardo non ci ha mai lasciato soli, potevamo fargli le domande che ci venivano per telefono e lui con tanta pazienza ci spiega. E così abbiamo deciso anche di fare l'orto che ora è la prima cosa che vado a vedere al mattina e alla sera, ci sono dei cambiamenti continui ed è stupendo vedere come le verdure crescono. 
I fiori degli ulivi nel frattempo stanno sfiorendo e si affacciano le piccole olive. Le carrube sono verdissimi. Il tempo cambia ogni giorno e ci si preoccupa se il legami tra piccoli frutti dell'ulivo, il ramo e l'albero sono abbastanza forti da evitare la cascola.  Ora che scrivo la chiusura si è un po' allentata, hanno potuto venire per montarci l'impianto fotovoltaico che abbiamo comprato alla fine dell'anno scorso. FUNZIONA! Si deve imparare a usare l'energia di giorno quando il sole la produce. La luna di questi giorni era stupenda! 
Ogni giorno è diverso...le rondini sono arrivate, le gazze schiamazzano e rubano le nespole...un lavoro continuo qui da noi, una grande bella officina, una cittadina abitata da tanti anche non umani con cui cerchiamo di condividere lo spazio. Non è facile perchè è tanto, lo spazio è ampio, le cosa da imparare sono moltissime, spesso il problema maggiore sono i vicini umani che bruciano anche la plastica o usano il veleno per uccidere gli infestanti. Le nostre marze a Rodì Milici hanno attecchito, ci hanno mandato le foto... Alla prossima...


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