Alberi e Albere. Le matriarcali.

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La prima volta che sono arrivate, così appaiate, nella mia vita queste due parole, alberi&albere, avrò avuto poco più di trent'anni, avevo recentemente partorito per la seconda volta e mi trovavo a piedi nudi, piantata sul pavimento della saletta-attività dello studio di Elisabetta Forghieri in Piazza Alfani a Perugia.
Partecipavo al mio primo laboratorio espressivo integrato di danza-movimento-terapia e cercavo di riappropriarmi delle mie radici e di fare pace con la mia chioma.
Oggi, a distanza di più di dieci anni, alberi e albere tornano potentemente sulla mia strada con tutto un portato cognitivo e simbolico diverso!

Sono gli alberi nel giardino di Saverio e Renate e sono le albere, fra gli alberi, Antonietta e Giacomina, contadine modernissime libere e forti che aiutano quotidianamente i miei amici nella conduzione dell'impresa.



Da tempo, oramai, ho avviato una faticosa e intransigente ricerca di un'altra idea di sacro.
Sto a tribbolà nbel pò, per dirla nel mio dialetto.
Ogni tanto, però, una ierofania arriva per fortuna!
Eccola, ci risiamo!
Eccolo quest'altro sacro che si incarna nella materialità della vita, davanti ai miei occhi!
Eccole, le sorelle Graffeo. Imparo a chiamarle così, come fanno gli altri del posto.
La sacralità di Antonietta e Giacomina è abbagliante; giorno per giorno mi folgora sempre di più.
Loro vengono semplicemente ad aiutare nella raccolta delle olive, ma innescano in chi le riceve una sorta di effetto doppler!
Io le ho percepite a frequenza doppia e l'acutezza con cui mi sono arrivati i loro insegnamenti è risultata di molti gradi superiore rispetto al valore originario.
Dopo una giornata con loro non mi sentivo più certa di niente, manco di come si butta giù la pasta!
Nella sfera delle nostre albere gravitano infiniti concreti saperi.
Daniela Pellegrini la chiamerebbe La Materia Sapiente del Relativo Plurale.

Giocando invece con i versi di Sandro Penna, e ieri sera in osteria Marina Biasi ce lo ha fatto fare con gusto, potrei dire di Antonietta e Giacomina che...
La luce di cui ardono è tutta loro!
Amano ogni cosa del mondo anche se non ce l'hanno e sono felici, felici di essere diverse.
Non si vergognano di mostrarlo!
Quando scendono in campagna, immobile è la natura rispetto a loro. Come è bello seguirle!
Ma non si danno arie, no, portano in volto e nei modi una giusta fierezza.
Dopo averti spiegato e rispiegato, rimandano a te la decisione finale, la scelta.
Oh ma non scambiatele per timide!
Hanno solo un'aria e un'interiorità gentile.
Dialogano di apparenti piccole faccende domestiche o del lavoro agricolo nei campi, ma in realtà, se le ascolti con tutti i cervelli, ti indicano con semplicità cosa significhi non accaparrare risorse, come conservare le ricchezze naturali della terra, come farle circolare e condividere.
Hanno consapevolezza della attuale devastazione ambientale, della sottovalutazione del lavoro delle persone, della scelleratezza nell'abuso di potere.

Le osservo mentre si muovono nel loro ambiente familiare; Saverio e Renate mi conducono in questi giorni anche nella loro casa.
Sono sempre più impressionata.
Un altro fatto enorme che mi colpisce è vederle agire nel loro scenario, in termini di cura, nutrimento, maternità; tutti temi forti che a me non danno pace!
tanto per iniziare, nel loro femminile plurale, Antonietta e Giacomina sono una madre e una non-madre e questo già mi conforta, già me le rende completamente indifferenti alla retorica della maternità!
Poi, se mi metto meglio ad osservare, non vedo relazioni di dominio in questo menage fra Antonietta, Giacomina, Salvatore e Giuseppe, abitanti della casa. Ah sì, non escludo che siano esperte anche di trasmissioni televisive!
Non è che abbiamo sostituito i poteri! Non è come dicevo all'inizio, una polarizzazione semplicistica matriarcato vs patriarcato. Sono un sistema complesso, stupendamente complessi e complicati!

Giuseppe, per esempio, è il figlio di Antonietta e Salvatore, è una uomo di circa 40 anni e sa sostenere l'apnea del silenzio con biologica naturalezza!
Sarà che vive fra le sue Albere matriarcali, sarà che c'ha i fatti suoi, ma uno che tacendo si mette così pienamente a nudo, facendo fluire fuori tutto un groviglio di emozioni, io raramente l'ho incontrato prima!
Non me ne volere Giuseppe, non vi arrabbiate tutti se ho dato una sbirciatina nelle vostre stanze intime, se mi sono presa delle libertà di espressione con la penna, se ho travisato le cose, le persone, i paesaggi!
Ma per me, queste e solo queste, sono le schiette verità di cui mi ha fatto bene raccontare dopo questo viaggio in Sicilia!
Alla prossima!





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