Viaggio in Sicilia

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Giugno 2018, seconda settimana di vacanza di quelle che in Baviera chiamano Pfingstferien. Dopo una permanenza di due giorni nella meravigliosa Palermo, ci siamo diretti verso la valle del Belice per recarci da Renate e Saverio. Eravamo già stati due volte in Sicilia quando Bruno, nostro figlio, non era ancora nato, ma questa volta il nostro viaggio è stato, in qualche modo, piacevolmente "dirottato" dai racconti che Renate nei nostri precedenti incontri mi aveva fatto. Da Palermo ci siamo diretti a Menfi, accompagnati da una giornata meravigliosa! Poco prima di giungere a destinazione una telefonata di Renate, per sincerarsi del nostro arrivo, mi ha ricordato che dovevamo fare una breve sosta a Portella della Ginestra. 
Portella della Ginestra
Renate si era raccomandata affinchè ci andassi, per respirare quell’aria di libertà che quel luogo trasmette. E così è stato! Il silenzio, che silenzio non è perchè racconta, il profumo quasi “assordante” delle ginestre in fiore, mi hanno trasmesso un senso di pace che poche volte ho provato nella mia vita. Paradossalmente, quel “masso”, con sopra i nomi delle vittime, è pieno di vita, sembra quasi che respiri.
Portella della Ginestra

Il paesaggio che ci ha fatto da sfondo fino a Menfi è prettamente agricolo. La scansione delle diverse colture determina i colori e la densità del verde. Le siepi di fiori colorati ne disegnano spesso i confini...già, come suona strana questa parola, così abusata negli ultimi tempi...qui anche i "confini" sono meravigliosi, colorati, emanano profumi! Da lì a poco siamo arrivati in paese, anzi in contrada Agareni, alle porte della grande casa, ancora un cantiere, di Renate e Saverio. La prima cosa che mi è saltata all’occhio è la porta, quella meravigliosa porta in un colore che voleva essere un “quasi” carta da zucchero, e che fa da meraviglioso contrasto con il resto della costruzione, ancora con vecchie mura scrostate da ristrutturare. L'elemento porta, per me che sono un architetto, ha sempre rivestito un ruolo importante: la porta è il simbolo dell'accoglienza, il biglietto da visita della casa, e come tale non può essere trascurata nel processo di progettazione. Penso che Saverio la pensi allo stesso modo...e così, da un'idea poi trasformatasi in progetto, è nata lei, la "porta" dell'arch. Ciaccio! 
Mentre gli "uomini" di casa andavano a provare il furgone, io e Renate abbiamo preparato la cena, tra le nostre chiacchiere e i nostri voli pindarici.  

Accoglienza, Renate e Saverio
Siamo una strana coppia noi, le cui origini ci permettono di incastrarci in una figura geometrica quasi perfetta, a cui fanno da sfondo i nostri paesi, l'Italia e la Germania, e tutti i luoghi che abbiamo vissuto. 
Dai nostri amici si cena in veranda, lo sguardo sul verde dell’uliveto e sull’arancio degli agrumi. L’ultima volta che siamo stati tutti insieme così intorno ad una tavola imbandita è stato a S. Enea, circa un anno fa. Allora c’era il profumo delle pastiere, in forno, questa volta il profumo inebriante della campagna, che ascolta i nostri racconti. E le olive, che ormai sono diventate la loro vita e si nutrono quasi del loro sviscerato amore. Ecco, una volta varcata "quella" porta, puoi assaporare tutto questo. E capisci perchè si sono trasferiti in Sicilia, Menfi, contrada Agareni.

Nei giorni successivi abbiamo visitato il Parco Letterario dedicato a Tomasi di Lampedusa, a Santa Margherita Belice. Nella foto Renate e Bruno discutono allegramente con il giovane Tomasi.....

Sciacca
Sciacca
E poi ancora Sciacca, ove Saverio ci ha raccontato i suoi studi all'istituto d'arte prima dell'Università mostrandoci i "suoi" luoghi che alla fine erano anche un pò i nostri, e ancora le cave di Cusa, le rovine della splendida Heraclea Minoa, Piana degli Albanesi. Saverio è straordinario nel raccontare le bellezze della Sicilia, pare abbia vissuto ogni singola pietra, ogni cantiere, ogni scoperta.
Cave di Cusa

Quando siamo ripartiti verso Palermo, i nostri amici ci hanno accompagnati a Gibellina nuova, ultima sosta prima di salutarci. Negli anni della ricostruzione entrambi erano lì e seguivano l'una la rivoluzione culturale portata avanti da Franco Basaglia e Danilo Dolci, l'altro, da giovane architetto, i cantieri in corso di evoluzione. 

Manifesto di Leonardo Sciascia a Gibellina
Gibellina nuova è un luogo straordinario, non c'ero mai stata. Ma sarei rimasta volentieri lì ore, giorni, ad ascoltare i racconti di Saverio "intorno" all'architettura. E alla fine in quelle architetture ci entri dentro, non perchè molte sono abbandonate, ma perchè puoi sentire il respiro di un'idea che si è fatta arte, in una città addormentata su se stessa che non aspetta altro che qualcuno vada a ri-scoprire quell'idea: che cambiare è possibile. E intorno a quel cambiamento ruota il racconto di Renate, che in questi luoghi ha trovato conferma che solo lavorando con le tue mani ad un'idea la puoi cambiare.
Fondazione Orestiadi



Pietro Consagra: Teatro e Meeting a Gibellina

Piazza Municipio, Gibellina - sullo sfondo opere di Pietro Consagra

Renate e Saverio sono delle guide straordinarie, il loro è un racconto che vale la pena di ascoltare, per capire cos'era l'Italia e cosa è diventata. E per conoscere chi ha cercato di renderla migliore. Proprio come hanno fatto loro. Anzi no, come continuano a fare loro, mentre si occupano dei campi, intrecciano relazioni, raccolgono le loro olive, raccontano il loro olio.


Menfi, contrada Agareni


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